Safta: magazzino automatico per l’industria tessile

Settore: Tessile

Magazzino automatico per l’industria tessile Safta Spa che ha duplicato la capacità di stoccaggio.

Problema

Safta Spa nasce nel 1925 con la produzione di fibre tessili, in particolare di rayon-viscosa, ma nel 1932 diventa una delle prime aziende italiane ad introdurre nel mercato nazionale la lavorazione della cellulosa.

Grazie a particolari tecniche riesce ad ottenere un nuovo film per la protezione degli imballi, il cellophane, diventando leader nel settore degli imballaggi flessibili a livello internazionale e nel 2002 entra nel gruppo Guala, holding italiana di aziende specializzate nel mondo del packaging.

L’azienda è riconosciuta soprattutto nell’accurata costumizzazione dei più svariati imballaggi, stampati e graficati tramite particolari cilindri d’acciaio. I problemi del magazzino di Safta nascevano proprio dalla difficoltà di stoccaggio di questi cilindri, estremamente delicati e preziosi per il buon risultato delle personalizzazioni.

A partire dal 1994 l’azienda si è dotata di un sistema di stoccaggio automatico con capacità di immagazzinaggio pari a circa 7040 locazioni; nel tempo però è nata l’esigenza di introdurre alcuni cambiamenti che potessero soddisfare tre particolari obiettivi: crescita dell’attività, affermarsi su nuovi mercati e rinnovare il magazzino ormai segnato dall’usura del tempo. Soprattutto le fasi di input ed output rappresentavano un problema per il magazzino, perché essendo gestite manualmente provocavano spesso danni ai cilindri di stampa.

Soluzione

La soluzione proposta da Automha ha permesso a Safta di non stravolgere la struttura originaria del magazzino, ma di potenziarla attraverso una revisione che ha portato ad una notevole ottimizzazione attraverso importanti saving.

L’attività di stoccaggio è organizzata in aree differenti in base alla tipologia merceologica e al tipo di interazione con le linee di produzione. Il magazzino automatico per l’industria tessile è quindi suddiviso in una zona per materie prime e semilavorati, un magazzino spedizioni e il magazzino per lo stoccaggio dei cilindri di stampa.

Per quest’ultima zona Automha ha compiuto un attento studio di tutte le tipologie di cilindri, dei flussi di movimentazione e delle esigenze di stoccaggio, riuscendo così a potenziare la capacità di stocking e automatizzare tutte le operations in modo da preservare l’integrità della merce.

La scaffalatura già in loco è stata ricondizionata ed è stato costruito un nuovo fronte, così da raddoppiare la capacità di stoccaggio unendo due capannoni prima distinti attraverso una scaffalatura simmetrica. L’impianto costruito da Automha è quindi costituito da 7 linee di scaffali bifronte a doppia profondità, più 2 linee di scaffali monofronte sempre a doppia profondità.

La capacità complessiva del magazzino è cresciuta da 7400 a ben 14.700 cilindri, servite interamente da un unico trasloelevatore a forcola telescopica bicolonna movimentato con ponte di trasbordo. La baia di input/output è stata automatizzata e ad oggi il magazzino riceve 3 flussi: i cilindri nuovi in attesa di incisione, i cilindri usurati in attesa di essere ricondizionati e i cilindri in movimentazione verso il reparto produttivo. Ogni cilindro è identificato tramite una punzonatura presente sul perno centrale e tramite un’etichetta con codice a barre.

Durante ogni missione il trasloelevatore porta alla baia di uscita due cilindri alla volta, dove vengono posizionati su appositi carrelli, dopo aver verificato la congruenza di quanto estratto tramite la lettura del barcode applicato. Oggi l’operatore si limita quindi a gestire solo la movimentazione del carrello già carico.

Vantaggi

La scelta di questo tipo di soluzione ha permesso di duplicare la capacità di stoccaggio, ridurre al minimo il numero dei traslo attivi e di limitare le infrastrutture di supporto presenti in magazzino. Inoltre, il riutilizzo della struttura preesistente ha fatto si che fosse inserita una macchina agile e compatta, in grado di muoversi al meglio tra le scaffalature ad alta densità di stivaggio.

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